Nino Piazza

La grazia dell’istante irripetibile: la parola poetica, il tempo, l’eternità

La <<voce>> è quella di un poeta dell’immagine, artista <<silenzioso>> che coglie le forme dal vero per trasformarle in poesia visiva. Lo scultore Nino Piazza inaugura questo pomeriggio, alle 18,15, alla Casa della Musica l’installazione ”Sorprende l’Ora” visibile fino al 24 giugno, nell’ambito della quinta edizione del ParmaPoesia Festival un’installazione composta da sculture ideate appositamente per la poesia e poi ricomposte sul luogo secondo un preciso significato visivo e mentale. <<Artista vero, sordo al rumore della moda>> già era stato definito quest’autore parmigiano da tempo ormai sulla scena, votato col suo fare scultoreo e pittorico, in primo luogo allo spirito, a cogliere cioè attraverso la composizione artistica quell’intima presenza di forme, parole, pensieri dettati dall’animo, quelle stesse che scorrono segrete e che paiono emergere, dopo un lungo, meditato, lavorio intimo, con rarefatto stupore delle opere. Il risultato sono nel caso specifico <<oggetti>> destinati a dar spazio all’elemento scultoreo compositivo, ma anche, dopo un’ attenta lettura tra le pieghe della forma, sono sembianze di aneliti, sogni, speranze destinati ad acquisire <<voce>>, a tramutarsi in parole, come le parole contenute nel libro chiuso appoggiato al leggio, quasi ad invitare lo spettatore ad allungare la mano, nel bisogno di contaminare le arti. L’installazione prevede l’unione di due opere. Il leggio con a fianco un’allodola e, a breve distanza, una seggiola appoggiata su vetri a forma di foglie, entrambi collocati nello spazio-corridoio, ritmato dalle grandi finestre che prendono luce dal cortile interno della Casa della Musica. Il leggio annuncia la presenza-assenza di una voce e la fugacità dell’allodola vuol sottolineare l’immediata partenza: attimo percepito visivamente nell’accadimento che verrà. <<Ognuno di noi è chiamato ad intuire un arrivo, una lontananza, ma soprattutto un immediato ora, un’irrimediabile separazione>> dice l’autore. Non a caso sul leggio è posto un libro di poesie di Emilio Zucchi dal titolo “Tra le cose che aspettano”. La seggiola ricostruita con pietra e carta, inclinata sopra lievi vetri viene sottratta alla propria funzione e ricondotta alla fragilità delle cose: chi potrà sedersi senza infrangere le sottili pietre? Il corpo delle parole o le pagine tinte del poeta? Nino Piazza si racconta così, per chiarezza forse, anche se le parole suggerite dalle immagini non sembrano aver bisogno di altre parole bensì solo di uno sguardo.

di Stefania Provinciali

da "Gazzetta di Parma", recensione alla mostra Parma Poesia Festival, Per altri versi, Parma, 18 – 24 giugno 2009.